Cibo ed emozioni: abbuffarsi per colmare un’esigenza emotiva

Cibo ed emozioni: abbuffarsi per colmare un’esigenza emotiva

Ti ritrovi spesso ad abbuffarti senza apparente motivo, spinto da un irrefrenabile bisogno di ingurgitare tutto ciò che ti capita davanti agli occhi? Ti sei mai chiesto quanto le tue emozioni possano compromettere in modo negativo le tue scelte alimentari?

Esiste infatti un legame molto stretto tra cibo ed emozioni, così come ti spiegherò all’interno di questo articolo. Alla fine ti lascerò un esercizio da fare anche quotidianamente e un consiglio da mettere in pratica tutte le volte in cui sentirai il bisogno di abbuffarti, in modo da aiutarti a gestire questo momento.

La funzione del cibo

Il cibo ha una funzione biologica molto importante per tutti noi, poiché è da esso che traiamo tutto ciò che ci serve per avere energia, per crescere e per riparare i nostri tessuti.

Nutrirsi è un’azione primitiva, lo possiamo vedere dai bambini appena nati, il cui primo istinto è quello di attaccarsi al seno della madre non solo per cibarsi ma anche per ritrovare quel calore e quella protezione provati nel suo grembo.

Il rapporto tra cibo ed emozioni si instaura quindi fin dai primi anni della nostra esistenza e si protrae per tutta la vita.

Un’alimentazione sana deve prendere in considerazione anche l’aspetto emozionale legato al cibo. Non è un caso se, nel modello alimentare mediterraneo, la convivialità del pasto con gli altri e il piacere collegato al cibo sono alla sua base, in quanto hanno una funzione positiva non solo dal punto di vista psicologico ma anche da quello della salute.

Quando a voler essere nutrite sono le emozioni

Talvolta, però, questo equilibrio tra cibo ed emozioni si altera e l’impulso a mangiare nasce come risposta a un’esigenza emotiva, più che fisiologica, così come dimostrano numerosi studi, come quello condotto dal Rivierduinen Eating Disorders Ursula (Paesi Bassi).

Viene chiamata “fame emotiva” e si prova quando si è arrabbiati, annoiati, stressati, tesi, affaticati, ansiosi, depressi o ci si sente soli. Il cibo in questi casi viene utilizzato per curare le emozioni sgradevoli, come un qualsiasi farmaco, in modo da ottenere un’immediata gratificazione negata magari dal partner o da un amico, per esempio, oppure per superare una delusione o riempire un vuoto emotivo.

Perché ti abbuffi

Abbuffarsi è una delle soluzioni più facili e più veloci per procurarti delle emozioni positive. Puoi accedervi in maniera molto semplice, aprendo il frigo o accedendo alla dispensa della cucina. Ovviamente, questo approccio con il cibo ha delle conseguenze sull’aumento del tuo peso corporeo e ti provoca un fortissimo senso di colpa, in quanto capisci di non essere in grado gestire il momento. Tuttavia, non riesci a cercare altre forme di gratificazione e alla prossima emozione negativa ti fiondi nuovamente sul cibo.

Come gestire le emozioni ed evitare di abbuffarsi

Da quanto detto, capisci come il problema principale stia nella tua incapacità di riconoscere il momento precedente che ti porterà ad abbuffarti a causa dell’emozione che stai provando. Se riuscissi a riconoscerlo e a “congelarlo”, ti concederesti del tempo per non ricommettere lo stesso errore.

Innanzitutto, come consiglio sempre, è importante fare un percorso di consapevolezza per capire da dove proviene questo rapporto alterato con il cibo. Un ottimo modo per farlo è la meditazione, che puoi praticare da solo o che possiamo fare insieme, se vuoi che ti introduca a questa tecnica con cui aiuto da anni centinaia di persone.

Grazie alla meditazione riuscirai ad osservare le tue emozioni legate al momento in cui ti abbuffi senza giudicarle, ma semplicemente prendendo consapevolezza che esistono e di quali siano.

Tuttavia, puoi provare fin da subito a mettere in pratica gli esercizi che sto per lasciarti. Vedrai che, quantomeno, saranno un modo per aiutarti a fermarti un attimo e a riconoscere l’emozione che ha bisogno di essere nutrita.

Esercizio di autocoscienza

L’autocoscienza non è altro che la controparte della consapevolezza ed è anch’essa legata al riconoscimento delle emozioni e dei modi in cui ti influenzano.

Un ottimo modo per gestire le emozioni negative attraverso l’autocoscienza è l’esercizio di denominazione di pensiero. Si tratta di elencare tutti i momenti che dominano la tua mente, le persone o le circostanze che pensi possano causarle e nominare le emozioni negative che ti portano ad abbuffarti.

Puoi esercitarlo come una pratica quotidiana rispondendo a queste domande, che dovrai riportare su un foglio:

  • Cosa sto provando in questo momento?
  • Quale situazione o persona l’ha causato?
  • Come ho risposto alla situazione/persona?
  • Che emozione ho provato in quel momento?

Vedrai che, facendo questo esercizio quotidianamente, riuscirai a individuare le cause che ti portano ad abbuffarti e sarai anche in grado di riconoscere il momento che ti porterà ad abbuffarti.

Un altro piccolo consiglio: una volta che riuscirai a riconoscere quel momento, fermati. Concentrati sul tuo respiro e contalo: un respiro, due respiri, tre respiri… arriva fino a quindici. Vedrai che, pian piano, questo tempo sarà sufficiente per allontanarti dal pensiero di utilizzare il cibo come nutrimento delle tue emozioni.