Io e i miei errori: come perdonarmi

Io e i miei errori: come perdonarmi

Ogni giorno ci troviamo di fronte ad una molteplicità di piccole e grandi scelte. Spesso, dopo una decisione, succede di dover fare i conti con emozioni spiacevoli come rimorso, rammarico, rabbia o vergogna

A volte, passiamo il tempo a rimproverarci per queste scelte, a pensare ai modi diversi in cui avremmo potuto comportarci e ad immaginare come, scelte diverse, avrebbero potuto portare ad esiti migliori. 

Si sa, non possiamo tornare indietro… e forse, per noi, non sarebbe nemmeno giusto farlo!

In quanto esseri umani, infatti, l’errore fa parte della nostra natura

Pensaci un attimo: un bambino impara ad interagire con il mondo e a connettersi con le proprie abilità tramite prove ed errori. Un adulto difficilmente rimprovererebbe un bambino durante le prime cadute nel corso dei primi passi. Al contrario, sorriderebbe al bambino, lo sosterrebbe per prevenire un forte impatto con il pavimento. Agirebbe con amore e serenità

L’atteggiamento nei nostri confronti, da adulti, è completamente diverso. 

La rabbia autodiretta genera emozioni e sensazioni spiacevoli, che ci fanno sentire sempre meno soddisfatti di noi stessi e insicuri per le scelte future, creando un circolo vizioso

Qual è un atteggiamento funzionale di fronte ad una scelta sbagliata? 

La risposta risiede nell’auto-compassione e nel perdono.

Se tendi a giudicarti di fronte ai fallimenti, leggi questo articolo.Voglio aiutarti ad affrontare i tuoi errori in maniera consapevole senza lasciarti trasportare dall’autocritica. Essere auto-compassionevole non vuol dire essere clemente con te stesso/a, ma prenderti la responsabilità di ciò che hai fatto con gentilezza, cercando di conoscere le ragioni e le emozioni che ti hanno portato a mettere in atto quel comportamento.

La forza dell’Auto-compassione 

Essere auto-compassionevole vuol dire essere non giudicante verso te stesso/a (a livello cognitivo), e riuscire a sentire e a connetterti con la tua sofferenza (a livello emotivo).

Secondo Paul Gilbert, il padre dell’approccio compassionevole, la compassione abbraccia sei elementi:

  • cura degli altri: motivazione ad accudire gli altri con l’obiettivo di alleviare la loro sofferenza;
  • sensibilità alla sofferenza: capacità di essere sensibili ai bisogni e ai disagi degli altri;
  • partecipazione attiva (sympathy): essere coinvolti emotivamente dai sentimenti e dalla sofferenza di coloro di cui ci si prende cura;
  • empatia: comprensione degli altri, capacità di mettersi nei loro panni e guardare il mondo dal loro punto di vista;
  • tolleranza alla sofferenza: essere capaci di contenere, di stare con, di tollerare alti livelli di emozione anziché evitarli, invalidarli o negarli;
  • atteggiamento non giudicante: non condannare, non criticare, non colpevolizzare e non rigettare nulla, pur mantenendo le proprie preferenze e le proprie opinioni.

Autocompassione significa prendersi cura di se stessi come si farebbe con una persona cara (Germer 2011). E’ l’abilità di provare e accettare le emozioni difficili, la capacità di osservare in modo consapevole i pensieri giudicanti, senza permettere loro di dominare le azioni; è agire con impegno e gentilezza, i comportamenti che permettono di andare in direzione dei valori personali.

Essere auto-compassionevoli influisce positivamente sul benessere psicologico (MacBeth & Gumley, 2012), aiuta a regolare le emozioni, ad affrontare il dolore e la sofferenza (Hölzel et al., 2011).

Come essere Auto-compassionevoli

Prova un atteggiamento di gentilezza e di comprensione nei tuoi confronti (così come lo avresti nei confronti di qualcuno che ami). Impara a riconoscere che non sei solo nel tuo dolore e che il dolore è un’esperienza umana condivisa. Osserva le esperienze negative così come sono, senza tentare di sopprimerle e senza identificarti con esse.

Per aiutarti ad essere auto-compassionevole, ti lascio delle indicazioni su come approcciarti con compassione all’errore per cui ti auto-critichi.

  • Prenditi una piccola pausa e comprendi che effetto ha avuto il tuo comportamento su di te o sugli altri. Senti il tuo rimpianto, il tuo rimorso e tutto quello che c’è.
  • Prendi consapevolezza delle tue azioni e riconosci che è umano commettere degli errori, così come provare emozioni spiacevoli.
  • Donati compassione: hai sofferto e meriti il tuo perdono. Puoi provare a dirti delle frasi di gentilezza e di accettazione, come: “Mi amo e mi accetto completamente, con i miei pregi e i miei difetti; trovo la forza nel prendermi cura di me; mi perdono per i miei errori e sviluppo, giorno dopo giorno, sempre più consapevolezza e amore”.

Continua fino a che ne senti il bisogno. 

  • Prova a capire quali sono le situazioni (interne ed esterne) che ti hanno portato/a a commettere quell’errore. Stavi provando emozioni spiacevoli? Eri stressato/a? Ti ha sorpreso un evento improvviso?
  • Metti a fuoco le strategie che hai usato per affrontare la situazione specifica e, con amore e compassione, trova delle strategie alternative che potrai utilizzare in futuro. Assicurati che siano rispettose dei tuoi valori e dei tuoi obiettivi

Se ti critichi spesso e hai bisogno di apprendere il linguaggio della compassione, puoi rivolgerti a me. Mi trovi al Poliambulatorio Salute Al Centro, in via Antonio Gramsci n. 29, Pomarance (PI).

Puoi scrivermi una mail all’indirizzo rosa.iatomasi@libero.it oppure compila il form che trovi nella home del sito. Mi trovi anche su Instagram Psicologa Rosa Iatomasi

Nella speranza che tu possa attivare compassione per te stesso/a, ti saluto con la più profonda gentilezza! 

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