Marco Mengoni e il Dismorfismo Corporeo. Quali legami con i Disturbi del Comportamento Alimentare?

Marco Mengoni e il Dismorfismo Corporeo. Quali legami con i Disturbi del Comportamento Alimentare?

In una coraggiosa intervista al quotidiano 7, Marco Mengoni, il vincitore del sessantatreesimo festival di Sanremo, ha raccontato di soffrire di un disturbo di cui hanno sofferto anche la mamma e la nonna: il dismorfismo corporeo. 

Il cantante racconta di non percepirsi esteticamente gradevole così come, invece, gli viene riconosciuto dagli altri. Ciò avverrebbe fin da quando era ragazzino, epoca in cui cercava di nascondere dei difetti, come portare i capelli lunghi per coprire il volto.

Cos’è il dismorfismo? 

Capita che, guardandoci allo specchio, passiamo dei minuti a osservare con attenzione quelle parti del nostro corpo che riteniamo un difetto, a volte anche provando delle emozioni spiacevoli associate a quelle zone che non ci piacciono abbastanza.  

Questo evento, probabilmente, è comune a tutti noi. 

Per alcune persone, tuttavia, è un’esperienza costante che crea un disagio significativo. In alcuni di questi casi, potrebbe trattarsi di dismorfismo corporeo, un disturbo descritto nel DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali). 

Le persone che soffrono di dismorfismo corporeo provano un’eccessiva e costante preoccupazione per uno o più difetti corporei che, in realtà, possono essere minimi oppure assenti. Quando si  guardano allo specchio, tendono a percepire parti del proprio corpo come più magre, più grasse oppure deformi.

La dispercezione corporea genera emozioni spiacevoli come ansia, stress ma anche rabbia e tristezza, che determinano un disagio significativo in varie aree di vita della persona. Alle emozioni sgradevoli, si associano spesso comportamenti ripetitivi volti a cercare rassicurazioni (come guardarsi ripetutamente allo specchio) e confronti frequenti con le altre persone. 

Il dismorfismo e i disturbi alimentari: quali relazioni? 

Per la diagnosi di dismorfismo corporeo, il DSM-5 asserisce che le preoccupazioni per il corpo o il peso non sono riconducibili ai Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA).

Ciò nonostante, il disturbo da dismorfismo corporeo condivide alcune caratteristiche con alcuni disturbi alimentari. Infatti, lo studio di Ruffolo et al 2006 ha mostrato che circa il 32% delle persone che soffrono di dismorfismo, svilupperanno nella vita un Disturbo del Comportamento Alimentare. In particolare, Bigoressia (o Anoressia Reverse) e Anoressia Nervosa.

Dismorfismo e Bigoressia

La Bigoressia (o Anoressia Reverse) è un disturbo in cui la persona percepisce il proprio corpo come troppo magro ed esile anche quando è molto muscolosa. Spesso, chi ne è affetto ricorre a diete iper-proteiche e ad un’attività fisica intensa nel tentativo di aumentare la propria massa muscolare.  

In questo caso il dismorfismo corporeo può riguardare una zona muscolare circoscritta (come ad esempio le braccia o l’addome) o l’intero apparato muscolare. 

Quando una persona soffre di dismorfismo, nessuno sforzo verrà ripagato dalla soddisfazione: continuerà a vedersi troppo esile e continuerà a provare disagio per il proprio corpo. 

Dismorfismo e Anoressia Nervosa 

Nell’Anoressia Nervosa la persona può percepire il proprio corpo come troppo grasso. Per questa ragione, attua comportamenti di restrizione o compensazione (nel tentativo di perdere peso) e/o condotte iperattive (per smaltire le calorie assunte). Anche in questo caso, nonostante gli sforzi, la persona continua a percepire il proprio corpo come grasso e continua a sperimentare disagio.

Il lavoro di Ruffolo già citato, dimostra che il dismorfismo si presenta tra il 25% e il 39% delle persone che soffrono di Anoressia Nervosa; inoltre, attesta la presenza di meccanismi neuronali che accomunano entrambi i disturbi.

Uno studio Moody et al del 2015 effettuato all’università di Cambridge, infatti, ha osservato che nell’Anoressia e nel dismorfismo c’è una connettività minore tra le aree che processano i volti e l’insula (struttura cerebrale che si occupa del riconoscimento emotivo e dell’analisi delle informazioni interocettive provenienti dall’interno del corpo). Questa ridotta connettività potrebbe influire su un’errata percezione del proprio corpo.

Cosa faccio se penso di soffrire di dismorfismo corporeo?

Se leggendo queste parole ti sei riconosciuta/o, non temere: non sei sola/o! 

Se provi disagio per qualche parte del tuo corpo, non è certo che tu soffra di una psicopatologia. Chiedere aiuto è la scelta migliore che tu possa compiere per te stessa/o. Ti permetterà di comprendere e alleviare il tuo disagio o la tua sofferenza.

Il rapporto con il corpo è un argomento sensibile per molti, indipendentemente dalla presenza di un disturbo dismorfico o alimentare. La ricerca del benessere psicologico accomuna tutti noi!

Il mio suggerimento è quello di contattare uno psicologo o uno psicoterapeuta: possono aiutarti ad amarti. A questo proposito, il mio libro “Imparare ad amarsi. Come liberarti dai condizionamenti e prendere in mano la tua vita”, scritto con Gerry Grassi, è pensato per suggerirti strategie ed esercizi mirati a coltivare l’amore per te stessa/o. 

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