Come liberarti dal perfezionismo patologico
di: Rosa
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Come liberarti dal perfezionismo patologico
In campo psicologico, il perfezionista patologico è definito colui che ha aspirazioni troppo alte, che vuole essere sempre impeccabile e che è critico verso se stesso in maniera eccessiva.
Insomma, passa la vita a cercare la perfezione, spesso con grande sofferenza, visto che non la potrà mai raggiungere, in quanto non esiste.
Cosa c’è alla base del perfezionismo patologico
Mirare ad essere sempre impeccabili è un atteggiamento che deriva dal bisogno di non essere rifiutati e criticati.
La rigidità che spesso è attribuita a un perfezionista, in realtà nasconde una forte vulnerabilità.
Secondo uno studio condotto dalla Curtin University (Perth, Australia), il perfezionismo patologico è associato a numerose forme di psicopatologia come depressione; disturbi d’ansia, ossessivo compulsivi e alimentari; autolesionismo e idee suicide.
Ovviamente, non si parla di un sano perfezionismo, ovvero quello che ci spinge a porci degli obiettivi alti nel tentativo di spronarci. In questo caso, il non raggiungimento dell’obiettivo non diventa causa di un nostro profondo malessere.
Nel perfezionismo patologico, al contrario, non raggiungere i risultati sperati è causa di forte sofferenza, che può manifestarsi con una delle psicopatologie citate prima.
Il desiderio di piacere agli altri è la causa principale del perfezionismo patologico, e questo desiderio ti porta a credere che, se non sarai perfetto, non verrai amato e stimato dalle persone a cui tieni di più.
Sei così concentrato sul soddisfare le aspettative degli altri in maniera impeccabile, che tendi ad essere stacanovista ed estremamente diligente. Una specie di Monica Geller, uno dei protagonisti della serie TV Friends, ce l’hai presente? Se no, ti consiglio di vedere qualche puntata, conoscerai l’emblema del perfezionismo patologico!
Come puoi liberarti dal perfezionismo
Alla base del perfezionismo, c’è un problema di non accettazione di te stesso e dei tuoi limiti.
Se ti accettassi per quello che sai di potere dare o raggiungere, senza chiederti sempre di più, riusciresti a non soffrire per i traguardi non raggiunti.
L’accettazione di te stesso può avvenire solo dopo un profondo lavoro di consapevolezza, che può essere più o meno lungo, in base a quanto credi che ciò sia possibile.
Esercizio: piccola meditazione dell’accettazione
Sul web trovi molti consigli su come fare a superare il perfezionismo, ma lasciano il tempo che trovano, se non lavori prima su te stesso. Non vuol dire che non servono, ma prima di mettere in pratica certi suggerimenti ti consiglio un esercizio di meditazione, perché tu possa riconnetterti con te stesso e provare ad accettarti:
Scegli un luogo calmo e non rumoroso.
Sdraiati su un letto, siediti sul pavimento o su una poltrona… insomma, cerca una posizione che ti faccia stare comodo.
Inspira ed espira profondamente per 5 volte.
Adesso chiudi gli occhi e cerca di osservarti dall’esterno.
Guardati mentre lotti con l’orologio per arrivare in anticipo, quando bevi l’ennesima tazzina di caffè per restare sveglio a lavorare tutta la notte, quando pulisci continuamente la tua casa.
Ascolta le tue frasi: “Non va ancora bene”, “Devo fare di più”. “Ancora non basta”.
Ritorna sempre di più indietro nel tuo passato, fino alla tua infanzia.
Cosa succedeva quando studiavi? Ti veniva detto che eri bravo, ma dovevi applicarti di più? Ti veniva chiesto di dare sempre il meglio, senza che ti fosse riconosciuto quello che già facevi? Si pretendeva da te quello che non avresti voluto o che non sapevi affrontare?
Rispondi a tutte queste domande, e se la maggior parte delle risposte è “sì”, allora avrai qualcosa su cui riflettere e saprai da dove nasce il tuo desiderio di essere sempre impeccabile.
Una volta che avrai consapevolezza di questo, prova a recuperare la tua parte originaria. Rivedi i tuoi sogni, le tue aspirazioni e i tuoi obiettivi reali. Concentrati solo su quei pochi a cui senti credere davvero.
Tu sei quei sogni e quei desideri in cui credi. Tutto il resto, è ciò a cui credono gli altri, non tu.
Riparti da qui e fai di tutto per realizzarli, senza la brama di vederli realizzati.