Come posso aiutare mio figlio a vincere la timidezza

Come posso aiutare mio figlio a vincere la timidezza

Tuo figlio tende ad evitare i rapporti con gli altri, rifiuta gli inviti degli amici, alle feste di compleanno fa fatica a dialogare, mostra spesso una forte timidezza. Come puoi aiutarlo ad affrontarla?

La timidezza si rivela molto spesso in un adolescente: può essere momentanea e legata  alla fase di vita oppure dovuta al suo temperamento, evidente già da quando era bambino.

Un tempo, si credeva che la timidezza fosse dovuta a fattori ambientali, ma numerose ricerche sostengono che abbia una base genetica.

Uno studio condotto dall’Università di Montréal e dall’Unità di ricerca sul disadattamento psicosociale dei bambini (Canada) ha esaminato i livelli di timidezza in 553 coppie di gemelli per tutto il periodo scolastico dai 6 ai 12 anni.

Lo studio ha evidenziato come, nell’arco di questo tempo, la timidezza sia rimasta moderatamente stabile e i fattori ambientali non siano stati così significativi per la sua involuzione. I risultati della ricerca suggeriscono che la timidezza è dovuta a fattori genetici precoci e persistenti.

Questo non vuol dire che un bambino timido sarà un adulto altrettanto timido perché, crescendo, avrà modo di cambiare in base alle esperienze o di apprendere delle tecniche e delle strategie che lo aiuteranno a superare la timidezza nelle occasioni in cui si rende necessario.

Sì, perché essere timidi non è qualcosa da cui si deve difendere: è un modo di essere. Diventa limitante solo quando non permette di raggiungere gli obiettivi personali e il benessere.

Accettare che tuo figlio non sia il ragazzo espansivo e loquace che vorresti vedere è importante sia per te che per lui.

In attesa di vedere come evolve questo suo temperamento, puoi aiutarlo mettendo in pratica questi consigli:

1. Evita di etichettare tuo figlio come timido

Mettere spesso in evidenza la timidezza di tuo figlio potrebbe farlo sentire criticato e diverso dagli altri.

È importante evitare frasi come: “Non saluta perché è timido” o “Non ti guarda perché si vergogna”. Spiega a tuo figlio, piuttosto, che non c’è nulla di sbagliato nel provare certe emozioni e sensazioni e che, se non gli piacciono, col tempo imparerà a cambiarle, anche con il tuo aiuto, se ne ha bisogno.

2. Aiutalo a capire cosa sta provando

Gli adolescenti vivono una fase particolare di transizione nella quale non sempre riescono a dare delle risposte a quello che provano. Tu, che ci sei passato, potresti parlare della tua esperienza personale per fargli capire che non è l’unico a provare certe cose. Potresti dirgli, per esempio: “Da ragazzo avevo timore anche di salutare il mio vicino di casa perché mi chiedevo se gli interessasse davvero il mio saluto. A lui davvero non importava il mio saluto, quindi mi considerava poco interessante e, in più, maleducato. Poi, con il tempo, ho imparato a salutare e ad essere io a disinteressarmi a molte cose”. Questo lo farà sentire compreso e accettato per quello che è, a ragionare sul fatto che può lavorare per un suo cambiamento.

3. Non forzarlo

Forzare un ragazzo timido a baciare, salutare, parlare… è solo controproducente.

Non sottolineare mai il suo atteggiamento di chiusura, ma fai finta di nulla e, appena puoi, spiegagli che va tutto bene (come detto al punto 2).

Piuttosto, incoraggialo ogni volta che fa un passo per sfidare la sua timidezza, anche solo all’accenno di un sorriso rivolto ad altri.

Sarebbe bene anche parlare con i parenti che frequentano più spesso il ragazzo per impostare la stessa tua linea di non forzatura e incoraggiamento.

4. Mai criticarlo

A volte, pensando di incoraggiare un ragazzo, si adotta la tecnica del “prenderlo in giro”: “Andiamo, che anche tu sei capace di sorridere e salutare, quando vuoi!”; “Esci dalla tua stanza, mica ti mangia qualcuno!”.

Lo so che lo fai per sdrammatizzare, ma va evitato perché è un atteggiamento che lo mortifica.

5. Non evitare le attività di gruppo

Per rendergli la vita più facile potresti tendere ad assecondare tutte le sue richieste di evitare quelle situazioni in cui c’è bisogno di vivere in gruppo, ma la cosa più giusta da fare sarebbe quella di non escluderle del tutto.

Ovviamente, questo non vuol dire forzarlo a fargli fare vita mondana, ma incitarlo alla frequenza di gruppi. Solo così avrà l’opportunità di imparare a gestirli e magari, con il tempo, li troverà piacevoli.

Non puoi sapere se tuo figlio continuerà ad essere timido per tutta la vita anche se, molte ricerche, ci dicono che la timidezza si attenua crescendo, grazie alle esperienze che si fanno.

Adesso, puoi dargli il sostegno e l’appoggio di cui necessita, in modo da prepararlo ad affrontare il mondo. Questo puoi farlo solo dandogli fiducia e facendolo sentire a proprio agio con se stesso.