Non capisco mio figlio Come sviluppare l’empatia

Non capisco mio figlio Come sviluppare l’empatia

Hai problemi nel capire tuo figlio e nell’intervenire in modo adeguato per risolvere i vostri conflitti?

Probabilmente non siete riusciti a sviluppare quell’empatia che aiuta a comprendervi e a comunicare i vostri stati d’animo.

La base genetica dell’empatia

Numerose ricerche sostengono che l’empatia non ha una base genetica, come molti credono.

Uno studio condotto dall’All Souls Colleg & Department of Experimental Psychology della University of Oxford (Regno Unito), per esempio, sostiene che questa sia un prodotto dell’apprendimento.

Si può quindi imparare a sentire le emozioni degli altri e a capire cosa stanno provando, allenandoci a mettere in atto alcune strategie.

L’importanza di un rapporto empatico con i figli

Lo sviluppo dell’autostima e della fiducia in se stessi, nei nostri figli, dipende molto dal modo in cui comunichiamo con loro.

Essere responsabili significa essere abili a rispondere alle richieste dell’ambiente in cui si vive ma anche ai nostri desideri e bisogni.

L’abilità a rispondere ai bisogni può essere allenata, permettendoci di aiutare i nostri figli ad essere altrettanto responsabili delle loro azioni e delle conseguenze connesse, attraverso una comunicazione empatica.

Per un figlio, un genitore è un modello di vita e un esempio da seguire, per cui più diventi empatico e responsabile e più, di conseguenza, lo sarà tuo figlio.

Come comunicare in modo empatico con i figli

Di seguito, ti darò alcuni consigli per permetterti di sviluppare l’empatia e per applicarla nel rapporto con i tuoi figli:

1. Analizza il contesto

Prima di procedere con l’applicazione delle strategie, hai bisogno di capire bene quali sono le caratteristiche del rapporto tra te e tuo figlio.

Prendi un foglio e una penna e descrivi dettagliatamente la vostra relazione. Poniti queste domande:

– Il nostro rapporto è da sempre conflittuale?

– Quando ho iniziato a pensare di non riuscire a capire mio figlio?

– Quando entriamo in conflitto, cosa succede? Urliamo? Restiamo in silenzio?

– Cosa è che non capisco di mio figlio?

Rispondere a queste domande ti aiuterà ad avere una visione più chiara dei motivi del vostro conflitto.

2. Ascolta le tue emozioni

Pensa a tutte le volte in cui non sei riuscito a capire tuo figlio e a ciò che hai provato e che provi.

Scrivi su un foglio tre episodi che ti hanno ferito e descrivi esattamente le emozioni che hai provato: rabbia? Frustrazione? Inadeguatezza? Sai da dove proviene tutto ciò?

Pensa alle volte in cui ti è capitato di non essere compreso e hai provato rabbia, dentro te. Rifletti sul fatto che, spesso, le nostre reazioni sono un modo per difenderci da ciò che noi stessi abbiamo provato e che continuano a ferirci. Se in passato non sei stato ascoltato, tenderai a non ascoltare.

3. Comunica le tue emozioni e i tuoi pensieri.

Durante una discussione con tuo figlio tendi spesso ad imporre la tua supremazia?

Spesso, quando un genitore prova paura tende a risolvere immediatamente una situazione imponendo una serie di divieti, senza esternare quello che prova.

Se, per esempio, tuo figlio si arrampica su una scala, la prima cosa che ti viene da dire è: “Scendi subito dalla scala e non farlo mai più!

Ti sei mai chiesto che messaggio stai lanciando, dicendo così? “Si fa come dico io, perché lo dico io”, è questo il messaggio.

Se invece gli dici: “Ho paura che tu possa cadere, quindi ti prego di scendere”, spiegandogli poi le conseguenze di una caduta dalla scala, tuo figlio avrà appreso due cose. La prima, è che cadendo dalla scala ci si può fare male; la seconda è che esprimere la propria paura e fare una richiesta per placarla, è un comportamento positivo.

4. Aiuta i tuoi figli ad esprimere emozioni e pensieri

Quando tuo figlio prova a raccontarti un’esperienza che ha vissuto o un conflitto che vi ha visto protagonisti, non rimanere in silenzio e non liquidare tutto con un “Sono cose che possono accadere” o con un “Non ci pensiamo più”.

Chiedigli, piuttosto, come si sente, se ha riflettuto su quello che ha fatto, a cosa sta pensando…

Dimostragli che hai il desiderio di capirlo e di aiutarlo, ma soprattutto che è libero di poter esprimere le sue emozioni e i suoi pensieri.

5. Proponi alternative e accordi

Durante un conflitto con i figli è controproducente imporre totalmente la propria volontà.

È vero che i genitori devono essere una guida, ma è pur vero che i figli hanno il bisogno e il diritto di poter esprimere il disaccordo.

Quindi, oltre a manifestare il tuo disappunto e il tuo dispiacere, suggerisci dei comportamenti diversi e proponi alternative, chiedendo a tuo figlio di aiutarti a stabilire dei patti tra di voi.

Puoi quindi esercitarti nella comunicazione empatica. È un lavoro che richiede concentrazione, attenzione verso te stesso e verso gli altri, nonché ascolto.

Solo allenandoti riuscirai ad “entrare nei panni” di tuo figlio e ad avviare un processo di scambio tra di voi che promuoverà consapevolezza e benessere nella vostra relazione.